Einaudi ha appena pubblicato la trilogia del drive-in di
Lansadale, che contiene in un unico volume (e al prezzo di un unico volume, il
che non è male considerato l’attuale prezzo dei libri...) il romanzo
considerato il capolavoro dell’autore, Il
drive-In, più i due sequel (Il drive-In 2, La notte del drive-in 3 ), che vedono i protagonisti sopravvissuti
proseguire il loro cammino alla ricerca della salvezza.
IL DRIVE-IN
Lansdale è un pazzo, folle visionario. Ed è senza dubbio un
grande amante dei film dell’orrore. I suoi personaggi approdano nel più
caratteristico dei drive-in texani, in occasione di una maratona horror che
strizza l’occhio ad ogni appassionato: decorazioni di Halloween fuori stagione,
ragazze in bikini e ragazzi in costume da mostro che corrono tra le auto,
lattine di birra e megaschermi che trasmettono film fino all’alba (tra cui La Casa di Sam Raimi. N.d.A.). Ma nel bel mezzo della
proiezione accade qualcosa di inaspettato che intrappola tutti i presenti nel
drive-in, tagliandoli fuori dal mondo. Con il passare dei giorni le persone
cominciano a perdere la loro umanità e a mostrare il loro lato animale, mentre
la scarsità del cibo e la paura fomentano l’aggressività comune. La follia comincia
a dilagare tra i presenti, tra risse, orge ed atti di cannibalismo. La fantasia
dell’autore si scatena in una parabola allucinata sulla vera natura dell’uomo,
dell’amicizia e dell’istinto di sopravvivenza: corpi trasformati da orribili
mutazioni, divinità incarnate e omicidi splatter conducono il lettore in un
incubo a metà tra il cinema di Cronenberg e il Carpenter de Il seme della follia. Icona delirante in
questo scenario, il mostruoso Re del Pop Corn, la cui genesi simboleggia non
solo l’emarginazione che la società moderna crea attraverso la discriminazione,
ma anche il consumismo sfrenato attraverso il quale le masse vengono tenute
sotto controllo (il buon vecchio panem et
circenses, attuale come non mai). In sintesi, un grande romanzo pieno di
inventiva ed originalità, in grado non solo di soddisfare gli amanti del genere,
ma anche di aprire uno squarcio nella nostra routine quotidiana, per osservarla
con il giusto distacco e trarne inaspettate conclusioni.
Una curiosità: il brano Tragic
Kingdom dei No Doubt, dall’album Tragic Kingdom del 1995, sembra ispirarsi in toto al romanzo di Lansdale, forse in
un velato omaggio. Di seguito
un estratto del testo:
They pay homage to a king
Whose dreams are buried
In their minds
His tears are frozen stiff
Icicles drip from his eyes
Welcome to the tragic kingdom
Cornfields of popcorn
Have yet to spring open
Have they lost their heads
Or are they just all blind mice
We've heard all their stories
One too many times
Hypnotized by fireflies
That glow in the dark
Midgets that disguise themselves
As tiny little dwarves
The parade that's electrical
It serves no real purpose
Just takes up a lot of juice
Just to impress us
Whose dreams are buried
In their minds
His tears are frozen stiff
Icicles drip from his eyes
Welcome to the tragic kingdom
Cornfields of popcorn
Have yet to spring open
Have they lost their heads
Or are they just all blind mice
We've heard all their stories
One too many times
Hypnotized by fireflies
That glow in the dark
Midgets that disguise themselves
As tiny little dwarves
The parade that's electrical
It serves no real purpose
Just takes up a lot of juice
Just to impress us