The Canyons, ultimo lavoro di Paul Schrader scritto e sceneggiato da Bret Easton Ellis, delude le (mie) aspettative. Nonostante una buona prova attoriale – anche da parte del porno attore James Deen, qui per la prima volta alle prese con un film dove la recitazione conta più delle dimensioni anatomiche, ed una Lindsey Lohan che interpreta senza grosse difficoltà un’ex modella dedita al sesso di gruppo – qualcosa non convince. La regia di Paul Schrader funziona, la sceneggiatura di Bret Easton Ellis meno. Il film può contare su attori bravi, una messa in scena patinata al punto giusto e una colonna sonora azzeccata, ma tutto avviene senza spessore. I personaggi sono sottili come figure di carta. A livello stilistico il film non di discosta
molto da The Informers, anche quello
scritto da Bret Easton Ellis e tratto da un suo romanzo di successo: dialoghi
lunghi e statici, discorsi che si avvitano su loro stessi, processi alle
intenzioni. Ma se i personaggi di The
Informers avevano un’evoluzione e riservavano qualche sorpresa, i
protagonisti di The Canyons sono bidimensionali, uguali a loro stessi dall’inizio alla fine. L’ostentato
decadentismo dei costumi sessuali rappresentati vuole suggerire l’idea che i
giovani dello star system contemporaneo conducano uno stile di vita improntato
ad un modernismo sterile, inteso solo come accettazione del sesso come fulcro
di ogni tipo di relazione umana, dall’amore al lavoro. Ovvero lo stesso messaggio che Bret Easton Ellis ha voluto dare
dei giovani di Los Angeles dagli anni ’80 di Meno Di Zero ad oggi. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Se
Ellis avesse potuto fare qualcosa per rinnovarsi, pur conservando il suo stile
e le sue tematiche, qui non l’ha fatto. Il film è confezionato con cura, ma non dice e non regala niente di
nuovo a parte le tette della Lohan. Il problema di fondo è che la storia
procede su un unico binario, come una specie di soap opera con scene di nudo ed
una buona fotografia. I cinque protagonisti hanno tutti fatto sesso tra di loro ed ognuno ama quello che sta con un altro. Il climax massimo si raggiunge con un omicidio scopiazzato da American Psycho (un altro dei romanzi di
Ellis), senza portare però a nessuna
conseguenza per il suo autore.
Tara, il personaggio interpretato dalla Lohan, è una ex modella che si fa mantenere dal
ricco fidanzato / padrone, che compiace sottostando alle sue richieste di sesso
con sconosciuti. Situazione in cui lei sembra sguazzare come un’oca
nello stagno, salvo poi dare sfoggio di espressioni di autocommiserazione che
durano giusto il tempo necessario ad organizzare un’altra orgia. Tara non
evolve, non attraversa una fase di trasformazione e non trova nell’epilogo la
sua libertà attraverso una qualche azione catartica che la renda migliore. Neanche ci prova. Lo
stesso vale per gli altri protagonisti: l’innamorato giovane, spiantato e puro
di cuore resta con un palmo di naso, senza la donna che ama e costretto a fare
sesso con uomo per avere la parte in un misero film di serie B che non lo porta
da nessuna parte. L’antagonista, il cattivo fidanzato di Tara interpretato dal
porno attore James Deen, irrita per la facilità con cui lo sceneggiatore pensa
di potergli far ottenere quello che vuole senza il minimo sforzo. Tutti non fanno altro che compiacerlo solo perché
è ricco.
La trama con spoiler: Tara è fidanzata con Christian, che produce un
film e assegna la parte del protagonista a Ryan, fidanzato della sua amica Gina.
Ma Ryan è anche l’amante di Tara. Lei lo ama ma preferisce fare orge con Christian
perché lui è ricco. Nel frattempo Christian fa sesso con Cynthia, che è
innamorata di lui ma va a letto anche con Ryan. Cynthia cerca di far lasciare
Christian e Tara, raccontando a quest’ultima alcune bugie piuttosto credibili
sul conto di Christian. Questo non la prende molto bene e la uccide,
minacciando Tara di uccidere anche Ryan se lei non dovesse fornirgli un alibi. Lei accetta e taglia i ponti con entrambi.
Il film termina proprio quando si ha l'impressione che stia per cominciare, come se tutto fosse solo una lunga preparazione che non porta poi a niente. Questo tipo di intreccio può funzionare nei romanzi di Ellis, ma al cinema lascia un senso di incompiuto. Un finale più elaborato avrebbe forse reso giustizia allo sforzo registico di Schrader.
3 commenti:
Non ho ancora visto questo film, ma da lettore di Ellis speravo in qualcosa di buono. Lo guarderò, sperando che a me piaccia più che a te :)
Ciao Ivan, il film non è male, ma mi aspettavo di più dal contributo di Ellis. Forse da fan avevo aspettative troppo alte. A mio parere la sua narrazione funziona meglio per iscritto, le trasposizioni dai suoi lavori (American Pshyco, Le Regole dell'Attrazione) non mi hanno convinto molto. Speravo che avendo sceneggiato lui stesso sarebbe uscito qualcosa di meglio. Aspetto il tuo parere!
L'ho appena finito di vedere.
Si, un film che fra dieci anni nessuno si ricorderà, però non ho passato una brutta ora ed un quarto.
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