Chernobyl Diaries – La
Mutazione è esattamente quello che promette di essere: un film del filone “esseri
deformi che abitano un luogo desolato e uccidono gli incauti visitatori” (tra
cui Le colline hanno gli occhi, Wrong turn e The descent). La trama è meramente funzionale a motivare in modo
sommario la presenza dei sei ragazzi a Pryp’jat – la cittadina a ridosso di
Chernobyl che fu evacuata in un solo giorno dopo l’esplosione del reattore numero quattro – mentre non si cura di dare coerenza alla presenza degli esseri
deformi, né alle motivazioni degli scienziati e dei militari. Finale
inconcludente e con colpo di scena prevedibile, il film riesce comunque a
creare un clima di tensione costante per tutta la seconda metà del film. Quello che succede: un gruppo di ragazzi che si aggira nel buio, lungo
cunicoli e fabbriche dismesse, armati di una sola torcia, con animali ed essere
deformi che saltano fuori da dietro ogni angolo con una cannonata in Dolby
Surround da diecimila decibel. Nessuna introspezione psicologica viene data alle persone mutate dalle radiazioni, trattate qui alla stregua di zombi qualunque. La prima parte del film serve solo a mostrare i
ragazzi in giro per l’Europa, fino alla motivazione che li convince a
visitare Pryp’jat: è una cittadina molto suggestiva che è stata interamente
contaminata dalle radiazioni, ma se fai una gita breve e non tocchi niente è
assolutamente sicura. E se non ci vieni vuol dire che te la fai sotto. Da
notare l’estrema sottigliezza di questa strategia psicologica, a fronte del pericolo radioattivo. La guida li fa
entrare di nascosto nella città nonostante un picchetto di militari li abbia ammoniti
a non farlo. Da qui ad incontrare pesci con le zanne, orsi bruni e creature
deformi assetate di sangue il passo è breve.
24 giugno 2012
22 giugno 2012
La Donna Perfetta - Ira Levin
La Donna Perfetta è un meccanismo narrativo senza macchia, che parte
come una classica commedia leggera e si trasforma pian piano in qualcosa di inquietante,
in un crescendo che conduce ad un finale quasi horror. Il modo in cui il tono rosa
iniziale si tinge di giallo e poi sempre più di nero è magistrale, con
particolari che vengono scoperti a poco a poco all’interno di un intreccio ben
calibrato, mentre la protagonista scivola sempre più verso l’incubo. La storia
non è nuova: La Donna Perfetta era un
titolo ingiustamente fuori catalogo da molti anni, edito per la prima volta nel
1972, del quale sono stati realizzati ben due adattamenti cinematografici: La Fabbrica Delle Mogli nel 1975, titolo
che conserva ed arricchisce l’atmosfera thriller dell’originale letterario, ed
il più recente La Donna Perfetta,
commedia del 2004 riconvertita a divertissment
buonista con finale zuccheroso, in totale disaccordo con il romanzo. La storia
raccontata da Ira Levin potrebbe essere definita una commedia ‘sociale’ sulla ridefinizione
dei ruoli tra uomo e donna a ridosso degli anni ’70, occultata sotto ad un
tipico racconto di fantascienza: una donna scopre qualcosa di così assurdo e
terribile da sospettare di essere pazza, prima di rendersi conto suo malgrado
di avere ragione e di essere in grave pericolo.
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