Channel Zero è una serie antologica di genere horror / drama /
mistery che ha fatto il suo debutto nel 2016 su Syfy. Ogni stagione si basa su
un racconto creepypasta,
ovvero moderne leggende metropolitane dell’orrore che vengono copiate e
incollate sul web diffondendosi tra gli utenti. In attesa della seconda
stagione (Channel Zero – No End House)
in uscita il 20 settembre 2017, questo primo capitolo è interessante da recuperare
per chi ancora non lo conosce.
Channel Zero – Candle Cove è la prima stagione e si compone di sei episodi da quarantacinque minuti l’uno. Sebbene il budget non sembri
stellare e il cast non annoveri volti noti al grande pubblico (se si esclude la
cattiva matrigna di Harry Potter
Fiona Shaw), la storia è inquietante e lo diventa sempre di più, catturando
l’attenzione fin da subito con alcune idee originali e colpi di scena inaspettati (questa recensione
non contiene spoiler).
La vicenda e le atmosfere ricordano
per molti versi IT di Stephen King,
la tecnologia nefasta di Black Mirror
e i misteri di Stranger Things.
Quattro bambini vengono rinvenuti uccisi e senza denti, mentre un quinto
bambino scompare nel nulla. Suo fratello gemello, cresciuto e diventato uno
psicologo infantile, decide di tornare nel paese natale per indagare sugli
omicidi, spinto da una strana telefonata e dalla necessità di ricucire i
rapporti con la madre, incrinatisi alla sparizione del fratello. Al suo arrivo però
accadono nuovi crimini ed eventi misteriosi, tanto che gli amici di un tempo
cominciano ad avere dei sospetti su di lui. Lo psicologo inizia a ricordare gli
eventi che avevano portato alla sparizione del fratello e agli omicidi degli
altri bambini, per cercare di individuare e fermare il misterioso assassino prima
che possa mietere nuove vittime. La vicenda si colora però fin da subito di
risvolti tanto oscuri e bizzarri da portarlo a credere che la verità sia molto
più complessa ed inquietante di come appare. La sua personale discesa nel viale
dei ricordi si trasforma ben presto in un incubo nel quale tutti gli abitanti
del paese, compresi lui e la sua famiglia, sono in pericolo di vita.
La stagione risulta efficace nel procurare
brividi e nel costruire un mistero che si dipana episodio dopo episodio,
svelando creature che sembrano scaturite direttamente dai peggiori incubi dei
bambini. Tra marionette sanguinarie, scheletri strappa-pelle e mostri ricoperti
di denti che trasformano i bambini stessi in presenze ancora più inquietanti,
sembra emergere una velata critica alla tecnologia e a certi contenuti della
cultura di massa. Non tutti i nodi infine vengono al pettine, ma parte del
fascino di questa serie sta nel dare un numero sufficiente di spiegazioni senza
fornirle tutte, come in buona parte dei racconti di genere horror e
soprannaturale.
La seconda stagione, Channel Zero – No End House, tratterà di
un altro racconto creepypasta, quello
di una casa che si dice sia composta da sei stanze che si attraversano una alla
volta, ognuna più spaventosa di quella precedente, tanto che quasi nessuno
riesce ad arrivare alla fine.
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