19 gennaio 2013

Ai Piani Bassi - Margaret Powell


Ai Piani Bassi è il libro di memorie di Margaret Powell, primogenita di una povera famiglia inglese ai primi del Novecento. Segnata da un destino che la accompagnerà per tutta la vita, Margaret comincia fin da piccola a cucinare, pulire e prendersi cura dei suoi fratelli, mentre i genitori sono a lavoro. A quindici anni abbandona suo malgrado la scuola ed il sogno di diventare un’ insegnante, per andare a lavorare come sguattera presso una ricca famiglia aristocratica. Da questo momento comincerà a passare da una famiglia all’altra, mostrando il cambiamento sociale dal suo punto di vista lungo l’arco di tutta la sua vita lavorativa a servizio dell’aristocrazia dagli anni ‘20 alla metà del secolo. L’autrice racconta di grandi case dove la servitù viveva relegata ai piani bassi delle case, i padroni erano ‘quelli di sopra’ ed i due gruppi sociali non venivano mai a contatto, se non tramite camerieri e bambinaie a cavallo di una labile linea di confine che li faceva sentire migliori di cuochi, giardinieri e donne delle pulizie. Nell’ universo determinato da questi tre gruppi sociali, Margaret racconta storie di vita passata in scantinati fatiscenti, dormendo in stanza umide tra insetti e vecchi mobili riciclati, muovendosi attraverso scale e porte destinate alla sola servitù per non incrociare mai i padroni di casa, evento ritenuto disdicevole e fonte di grosso imbarazzo.
 
Nonostante i compiti ingrati e faticosi a cui viene sottoposta fin dalla prima adolescenza, l’autrice sembra essere serena rispetto alla sua condizione di povertà e al suo ruolo sociale, senza mai risultare amara o astiosa verso i datori di lavoro. Al contrario di quello che si può pensare, il romanzo non si basa su pettegolezzi di vita dissoluta dei padroni o della servitù, né tantomeno su un gruppo fisso di personaggi. Scenari e persone cambiano quasi ad ogni capitolo. Quello che rimane costante è il microcosmo di separazione tra ricchi e poveri e la progressione di Margaret nelle sue mansioni, di pari passo al leggero migliorare delle concessioni e delle condizioni di lavoro, così come allo sgretolarsi della netta separazione tra padroni e servitù. Margaret racconta come sia possibile arrivare a realizzare i proprio sogni, almeno in parte, anche partendo dal gradino più basso della scala sociale: ponendosi obiettivi raggiungibili, uno dopo l’altro, che conducono sempre più vicino verso il risultato sperato, senza mai perdersi d’animo o sprecare tempo a compatirsi. Con olio di gomito, speranza e grande determinazione Margaret si impone di imparare i segreti della cucina e di passare da sguattera a cuoca, mentre insegue il sogno di mettere su famiglia. La condizione di madre di famiglia e casalinga che si dedica alle sue passioni, motivo di tanta depressione e disperazione delle donna contemporanee, rappresenta per Margaret il punto di arrivo di un’intera vita passata a servire gli altri, a testimonianza di quanto tutto sia relativo. Ed è così che l’incubo di ogni femminista diventa una storia di riscatto sociale e di libertà. Il successo di questo romanzo autobiografico è arrivato fino ai giorni nostri, tanto da ispirare la serie televisiva Downtown Abbey vincitrice degli Emmy Awards 2012.

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