11 marzo 2012

The Woman In Black - James Watkins

   The Woman in Black è un film di fantasmi: ha la giusta atmosfera e una fotografia satura che fa emergere dal buio dettagli nitidi e luminosi. Qualche brivido e qualche salto sulla sedia, sebbene solo tramite il solito espediente pop-up e urlo bitonale. La storia abbastanza nera e una regia credibile ne fanno un film di genere, godibile, senza lode né infamia. Un avvocato chiamato ad esaminare i documenti per la vendita di una casa, in seguito alla morte della proprietaria, scopre che le apparizioni di una donna velata di nero sono collegate ai suicidi dei bambini del villaggio. Inutile dire che le scene azzeccate sono poche e le sorprese ancora meno. Disseppellimenti di cadaveri, tentativi di riparare ad un torto del passato e apparizioni nella nebbia sono topoi assoluti. Menzione a parte per la signora con i cani e il bambino coperto di fango, protagonisti di qualche scena almeno suggestiva. Il finale – con echi da Drag Me To Hell a più riprese – è del tutto prevedibile. No, di più: è triste. Lascia l’amaro in bocca a chi si aspettava una svolta o anche solo una metamorfosi del protagonista in qualcuno in cui potersi identificare.

   Daniel Radcliffe sembra sia stato pescato da una clinica per tossicodipendenti. Ha una sola espressione per l’intero film e gli occhi cerchiati di rosso. Dover interpretare un vedovo afflitto ha forse giocato a suo favore, ma il suo personaggio è bidimensionale. Non ha un’evoluzione nel corso della narrazione, gli manca proprio quel qualcosa – un ideale, un mutamento d’opinione, un’epifania – che lo faccia sembrare più reale del semplice personaggio di una storia. I suoi connotati restano tali e quali dall'inizio alla fine. Non per niente anche il figlio nel film lo disegna sempre con la bocca all’ingiù, ma questa non può essere una scusa per non comunicare niente allo spettatore pagante. Se però lo scopo è guardare un film che non impegni il cervello, che dia qualche brivido e che abbia un’ambientazione da manuale, allora è il film giusto. Gioca alla perfezione tutte le regole del genere, senza aggiungere niente di nuovo o di originale.

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