L’estranea è un
romanzo incentrato sulla figura di Constance, sorella maggiore dal tormentato
rapporto con il padre, affezionato alla sorella minore, più spigliata ed aperta
alla vita, capace di mettersi al centro dell’attenzione laddove Constance resta
sempre nell’ombra. Fin dalla morte prematura della madre, il suo rapporto con
il padre diventa freddo ed improntato all’indifferenza. Ogni lettore
affezionato a McGrath potrebbe leggere in questo il facile nascondiglio di una
molestia, ma sono ben altri i segreti che covano sotto la ceneri della loro
famiglia. Prima di rendersene conto Constance si ritrova sposata con un uomo
che scopre essere uguale al padre, almeno nella sua testa. In un crescendo drammatico,
l’esasperazione per l’ineluttabilità di ritrovarsi a rivivere da adulta il suo
passato di bambina, con accanto un uomo che la tratta come il padre e che
mostra attenzioni per sua sorella, proprio mentre il loro vero padre comincia a
dare segni di demenza e a scambiarla per la sorella stessa, farà cadere le
tessere di questo precario mosaico una ad una fino alla verità.
Il punto di vista della narrazione passa di
continuo da quello di Constance a quello di suo marito, che la osserva e la studia come solo McGrath sa fare con i suoi personaggi:
come uno psichiatra con il suo paziente, mettendone in luce fragilità e
contraddizioni. Un romanzo con colpi di scena meno estremi di quelli a cui l’autore
ha abituato i suoi lettori, ma forse proprio per questo più vicino – e più
intimo – quanto più simile ai drammi familiari e relazionali che a ognuno può
capitare di sperimentare: l’incomunicabilità con il partner, il tradimento, l’invidia, la malattia di un genitore. La voglia di mandare tutto all’aria e la forza
necessaria per rimettere insieme i pezzi. Niente a che vedere con le
architetture psicotiche di Spider o
con le allucinazioni gotiche di Grottesco,
né con il romanticismo di Follia.
Siamo più dalle parti di Trauma,
secondo il filone delle ultime opere improntato più alla ‘normalizzazione’ e
all’analisi clinica in sé e per sé, più che alla costruzione di uno shock. L’estranea è un romanzo elegante,
raffinato e dai toni contenuti, con una dose di dramma pesata al dettaglio.
Manca però la sfrontatezza che ha reso memorabili i suoi predecessori.
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