24 giugno 2012

Chernobyl Diaries / La Mutazione - Brad Parker


Chernobyl Diaries – La Mutazione è esattamente quello che promette di essere: un film del filone “esseri deformi che abitano un luogo desolato e uccidono gli incauti visitatori” (tra cui Le colline hanno gli occhi, Wrong turn e The descent). La trama è meramente funzionale a motivare in modo sommario la presenza dei sei ragazzi a Pryp’jat – la cittadina a ridosso di Chernobyl che fu evacuata in un solo giorno dopo l’esplosione del reattore numero quattro – mentre non si cura di dare coerenza alla presenza degli esseri deformi, né alle motivazioni degli scienziati e dei militari. Finale inconcludente e con colpo di scena prevedibile, il film riesce comunque a creare un clima di tensione costante per tutta la seconda metà del film. Quello che succede: un gruppo di ragazzi che si aggira nel buio, lungo cunicoli e fabbriche dismesse, armati di una sola torcia, con animali ed essere deformi che saltano fuori da dietro ogni angolo con una cannonata in Dolby Surround da diecimila decibel. Nessuna introspezione psicologica viene data alle persone mutate dalle radiazioni, trattate qui alla stregua di zombi qualunque. La prima parte del film serve solo a mostrare i ragazzi in giro per l’Europa, fino alla motivazione che li convince a visitare Pryp’jat: è una cittadina molto suggestiva che è stata interamente contaminata dalle radiazioni, ma se fai una gita breve e non tocchi niente è assolutamente sicura. E se non ci vieni vuol dire che te la fai sotto. Da notare l’estrema sottigliezza di questa strategia psicologica, a fronte del pericolo radioattivo. La guida li fa entrare di nascosto nella città nonostante un picchetto di militari li abbia ammoniti a non farlo. Da qui ad incontrare pesci con le zanne, orsi bruni e creature deformi assetate di sangue il passo è breve.
  
Il film funziona bene nonostante i buchi di sceneggiatura, grazie all’ambientazione di desolazione post nucleare ricreata in realtà in Serbia e in Ungheria. Girato in inverno, le location con il luna park abbandonato, le distese di auto arrugginite e i palazzi vuoti in rovina fanno pensare al costante pericolo di radiazioni ed alla tragedia realmente accaduta, il che contribuisce a dare un’aura di pericolo e di minaccia costante anche maggiore rispetto a quella incarnata dalle creature mutanti. Quanto alle riprese, una camera a mano abbastanza frenetica ma non traballante agevola l’immedesimazione dello spettatore nel clima di ansia (senza peraltro dare l’effetto da vomito imminente in stile Blair Witch Project o Rec ). Pochi effetti speciali, niente splatter e apparizioni delle creature ridotte all’osso, la bellezza di questo film sta tutta nella scenografia, nell’ansia creata dal buio e dalla costante paura di cosa potrebbe saltare fuori. Detto questo, se il finale avesse dato una motivazione plausibile all’intero carosello, Chernobyl Diaries sarebbe stato davvero un bel film. Da segnalare il sito fake virale http://chernobylwel.com/index.php?language=en che uscito con un tempismo perfetto propone di sperimentare un tour a Chernobyl proprio come quello che viene intrapreso dai ragazzi nel film. Basta scorgere le foto per notare che la ruota panoramica e gli autoscontri arrugginiti nel prato sono gli stessi del film, così come gli edifici abbandonati davanti al lungo viale alberato che fa da sfondo all’intera sequenza nel furgone. Se tutto questo non bastasse, c’è la tagline del sito: see, feel, experience…but do not touch! Quale genio del marketing direbbe una cosa simile a potenziali clienti? La frase riprende in toto l’avvertimento della guardia ucraina che conduce i ragazzi lungo il loro tour, ammonendoli a non toccare o portare via nessun oggetto in quanto contaminato dalle radiazioni. Al di là del viral marketing, un film di genere che non aggiunge niente di nuovo al filone che percorre, con una bella atmosfera ma dal finale imbarazzante.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Il finale può essere il seguente. I contaminati mostruosi sono ridotti a uno stato primordiale come gli animali quindi si comportano come tali. La ragazza invece è stata solo contaminata a un livello sì grave, ma allo stesso tempo ha mantenuto la lucidità umana che, una volta guarita, le avrebbe permesso di tornare a casa e raccontare al mondo intero quello che succede a Chernobyl, di conseguenza essa è scomoda alle autorità russe, e per tale motivo andava eliminata.