25 agosto 2013

The Canyons - Paul Schrader, Bret Easton Ellis

The Canyons, ultimo lavoro di Paul Schrader scritto e sceneggiato da Bret Easton Ellis, delude le (mie) aspettative. Nonostante una buona prova attoriale – anche da parte del porno attore James Deen, qui per la prima volta alle prese con un film dove la recitazione conta più delle dimensioni anatomiche, ed una Lindsey Lohan che interpreta senza grosse difficoltà un’ex modella dedita al sesso di gruppo – qualcosa non convince. La regia di Paul Schrader funziona, la sceneggiatura di Bret Easton Ellis meno. Il film può contare su attori bravi, una messa in scena patinata al punto giusto e una colonna sonora azzeccata, ma tutto avviene senza spessore. I personaggi sono sottili come figure di carta. A livello stilistico il film non di discosta molto da The Informers, anche quello scritto da Bret Easton Ellis e tratto da un suo romanzo di successo: dialoghi lunghi e statici, discorsi che si avvitano su loro stessi, processi alle intenzioni. Ma se i personaggi di The Informers avevano un’evoluzione e riservavano qualche sorpresa, i protagonisti di The Canyons sono bidimensionali, uguali a loro stessi dall’inizio alla fine. L’ostentato decadentismo dei costumi sessuali rappresentati vuole suggerire l’idea che i giovani dello star system contemporaneo conducano uno stile di vita improntato ad un modernismo sterile, inteso solo come accettazione del sesso come fulcro di ogni tipo di relazione umana, dall’amore al lavoro. Ovvero lo stesso  messaggio che Bret Easton Ellis ha voluto dare dei giovani di Los Angeles dagli anni ’80 di Meno Di Zero ad oggi. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Se Ellis avesse potuto fare qualcosa per rinnovarsi, pur conservando il suo stile e le sue tematiche, qui non l’ha fatto. Il film è confezionato con cura, ma non dice e non regala niente di nuovo a parte le tette della Lohan. Il problema di fondo è che la storia procede su un unico binario, come una specie di soap opera con scene di nudo ed una buona fotografia. I cinque protagonisti hanno tutti fatto sesso tra di loro ed ognuno ama quello che sta con un altro. Il climax massimo si raggiunge con un omicidio scopiazzato da American Psycho (un altro dei romanzi di Ellis), senza portare però a nessuna conseguenza per il suo autore.

   Tara, il personaggio interpretato dalla Lohan, è una ex modella che si fa mantenere dal ricco fidanzato / padrone, che compiace sottostando alle sue richieste di sesso con sconosciuti. Situazione in cui lei sembra sguazzare come un’oca nello stagno, salvo poi dare sfoggio di espressioni di autocommiserazione che durano giusto il tempo necessario ad organizzare un’altra orgia. Tara non evolve, non attraversa una fase di trasformazione e non trova nell’epilogo la sua libertà attraverso una qualche azione catartica che la renda migliore. Neanche ci prova. Lo stesso vale per gli altri protagonisti: l’innamorato giovane, spiantato e puro di cuore resta con un palmo di naso, senza la donna che ama e costretto a fare sesso con uomo per avere la parte in un misero film di serie B che non lo porta da nessuna parte. L’antagonista, il cattivo fidanzato di Tara interpretato dal porno attore James Deen, irrita per la facilità con cui lo sceneggiatore pensa di potergli far ottenere quello che vuole senza il minimo sforzo. Tutti non fanno altro che compiacerlo solo perché è ricco.
   La trama con spoiler: Tara è fidanzata con Christian, che produce un film e assegna la parte del protagonista a Ryan, fidanzato della sua amica Gina. Ma Ryan è anche l’amante di Tara. Lei lo ama ma preferisce fare orge con Christian perché lui è ricco. Nel frattempo Christian fa sesso con Cynthia, che è innamorata di lui ma va a letto anche con Ryan. Cynthia cerca di far lasciare Christian e Tara, raccontando a quest’ultima alcune bugie piuttosto credibili sul conto di Christian. Questo non la prende molto bene e la uccide, minacciando Tara di uccidere anche Ryan se lei non dovesse fornirgli un alibi. Lei accetta e taglia i ponti con entrambi. 
   Il film termina proprio quando si ha l'impressione che stia per cominciare, come se tutto fosse solo una lunga preparazione che non porta poi a niente. Questo tipo di intreccio può funzionare nei romanzi di Ellis, ma al cinema lascia un senso di incompiuto. Un finale più elaborato avrebbe forse reso giustizia allo sforzo registico di Schrader.

3 commenti:

Castellucci Ivan ha detto...

Non ho ancora visto questo film, ma da lettore di Ellis speravo in qualcosa di buono. Lo guarderò, sperando che a me piaccia più che a te :)

VELLUTONERO ha detto...

Ciao Ivan, il film non è male, ma mi aspettavo di più dal contributo di Ellis. Forse da fan avevo aspettative troppo alte. A mio parere la sua narrazione funziona meglio per iscritto, le trasposizioni dai suoi lavori (American Pshyco, Le Regole dell'Attrazione) non mi hanno convinto molto. Speravo che avendo sceneggiato lui stesso sarebbe uscito qualcosa di meglio. Aspetto il tuo parere!

Castellucci Ivan ha detto...

L'ho appena finito di vedere.
Si, un film che fra dieci anni nessuno si ricorderà, però non ho passato una brutta ora ed un quarto.